Sporting, rinnova anche Denise Sgrò

SgròSarà lo Sporting Lokri anche di Denise Sgrò quello che sta prendendo forma in questi giorni; confermata infatti la giovanissima, originaria di Riace, prodotto del vivaio amaranto, alla seconda stagione consecutiva in prima squadra. L’ottimo lavoro svolto nella scorsa stagione è valso la riconferma per un’atleta che oltre al talento sul parquet, ha dimostrato anche grandissima professionalità e attaccamento alla maglia. Laterale, 21 anni, è la decima pedina nello scacchiere di mister Gianluigi Mardente.

Dopo il salto di qualità nella scorsa stagione, quando arrivasti in prima squadra dalla cantera, la società ha deciso di confermarti anche per questa stagione. Con quale spirito riabbraccerai le tue compagne?

Le riabbraccerò con lo spirito e la voglia di sempre, ma con in più tutto quello che la condivisione di una stagione può lasciarti e tanta riconoscenza. Le difficoltà lo scorso anno non sono state poche, ma condividere il campo e lo spogliatoio con quel gruppo ha fatto sì che il tutto venisse in qualche modo attutito. E ora, ringraziando la società, inizio questa nuova stagione con la voglia di migliorare e apprendere sempre di più da un mister che può trasmettermi tanto e un gruppo che può andare lontano, con l’obiettivo di ottenere, durante il percorso, qualche soddisfazione personale.

L’anno scorso vi siete rese protagoniste di una stagione esaltante; lo Sporting Lokri è stata addirittura definita la squadra rivelazione della scorsa stagione. Si possono migliorare i già ottimi risultati ottenuti?

C’è sempre da migliorare e noi abbiamo tutto le carte in regola per poterlo fare e compiere quel passo in più rispetto alla scorsa stagione. Il gruppo e l’umiltà si sono rivelate l’arma in più lo scorso anno e, consci della loro importanza, proprio sulla base di essi stiamo costruendo le fondamenta della nuova armata. Abbiamo voglia di arrivare lontano, ma soprattutto di sudare e lottare divertendoci. Sarà il divertimento il nostro caposaldo di questa stagione.

Scritto da: Roberto Foti