Le società fanno sacrifici, chi comanda no!

Girella Antonio presidente Zefhir ReggioIl calcio riesce a dare ancora tante emozioni. Soprattutto quando guardiamo una foto del passato dove il campo era la strada, i pali due pietre, il pallone una qualsiasi cosa che rotolava ed il triplice fischio finale era la madre che annunciava la cena, ancora ci emozioniamo. Non c’erano vinti e vincitori ma solo uno sport, un bellissimo sport che univa e faceva crescere. Mi chiedo dove sia finito quello sport, dove siano finiti quei valori, dove siano finite quelle emozioni. La prima risposta è sempre che ormai tutto ruota intorno al dio denaro, ai numeri, alla voglia di primeggiare. Ma ci sono invece tante società nella nostra regione, e con le quali ho il piacere di confrontarmi ogni settimana, che sono nate e fanno tanti sacrifici per mantenersi in vita, basando le loro attività su quei valori, su quei ricordi solo per rivivere quelle emozioni e magari trasmetterle ai giovani di oggi. Noi società i sacrifici li facciamo, chi sta sopra di noi no.

Chi dovrebbe supportarci, chi dovrebbe intervenire sulle strutture fatiscenti nelle quali siamo costretti a giocare, chi dovrebbe battere i pugni con le amministrazioni invece di fare delle semplici parate nelle premiazioni, chi dovrebbe realizzare dei progetti per i giovani, chi dovrebbe essere vicino alle tante società in difficoltà, non c’è, è in ferie. L’attività riprende ad agosto all’atto delle iscrizioni per concludersi a settembre quando i calendari vengono pubblicati. gara Possiamo vincere il campionato, ma la vera partita la stiamo perdendo con Catanzaro. La nostra juniores non giocherà la finale play-off perchè il Comitato dice di non aver ricevuto l’email (con tanto di ricevuta di invio inoltrata). Una email che lo stesso Comitato ci aveva richiesto per due giocatori in quanto entrambi non avevano purtroppo un genitore defunto e quindi vi era una sola firma sul cartellino. Solo che per un giocatore questa procedura va bene, per l’altro no. Dimostri che l’errore non è nostro ma ovviamente hanno ragione loro. Come sempre loro hanno avuto ragione quando con tante di prove televisive abbiamo contestato altri episodi nei quali siamo stati penalizzati ma la risposta è sempre la stessa: non vi preoccupate, la prossima volta vedrete che……… Purtroppo come tanti miei colleghi mi chiedo a che servono tanti sacrifici se sai che giochi solo per fare classifica, per essere un numero. Speri sempre in cambiamento, in uno svecchiamento, di vedere giovani nel comitato con la voglia di crescere e di far crescere il sistema e poi invece quando ci sono le votazioni i giochi sono già scritti sul foglio che ti viene consegnato. O ancora peggio se arrivi alla riunione prima dei calendari e ti dicono di votare ad alzata di mano l’unico candidato. Almeno l’applauso finale è facoltativo. Mi dispiace forse aver tenuto queste cose troppo tempo dentro e averle confrontate solo con qualche amico presidente, visto che ormai sono tanti quelli che pensano come me che siamo solo numeri. E con i numeri vanno avanti i dirigenti, non le emozioni.   Girella Antonio 

Scritto da: comunicato stampa