La lettera di Mardente: “Forza ragazzi, batteremo anche il Covid”

Il trainer del Catanzaro Futsal incoraggia il suo team, colpito dal virus nel momento clou della stagione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di mister Gianluigi Mardente alla sua squadra, colpita in questi giorni dalla mannaia del Covid.

“Mister, se non oggi non ci fai un discorso non ci alleniamo”. Ragazzi, ve lo ricordate? Certo che si. E’ stata la frase che ha preceduto ogni allenamento di questa infinita stagione. Quante volte ho fatto finta di non aver nulla da dire per aspettare le parole di Fabio: “senza discorso Fabrizio non viene più”. Poi la risata di Claudio e il solito commento polemico di Matteo “ja Gi, non parlare più”, seguito dal sorrisino divertito del portierone che annuiva: “Mister, parla ti prego”.

Tutti seduti, un fischio, il discorso. I primi minuti sembravate alunni di una classe pronta all’autogestione, poi le mie parole trovavano eco nel silenzio di un PalaGallo ucciso dalla noia della pandemia. Tutti con gli occhi sbarrati, qualcuno con la testa bassa, altri con braccia conserte, altri ancora con le mani in preghiera o gli occhi chiusi per provare ad immaginare che quelle storie potessero essere vere. “Ragazzi miei, possiamo vincere il campionato. Immaginate una vittoria storica, con la vostra maglia, nella vostra terra, con i vostri amici. Sognate un traguardo che profuma di impossibile ma impossibile non è. Perché siete forti, i più forti di sempre. Non vi capiterà mai più di essere parte di una generazione di fenomeni e di fare qualcosa che in questa città non ha fatto nessuno”.

Vi piaceva sentirvelo dire ma forse, come me, non ci credevate nemmeno. In fondo, come vi dicevo spesso, “giocare sognando di vincere , è la vittoria stessa. Pazienza se non dovessimo farcela, ma noi immaginiamo che sarà così”. Ragazzi, oggi non posso farvi nessun discorso.

Cari ragazzi, oggi vi scrivo.

Vi scrivo con un leggero mal di testa che, stando al settimo tampone in sette giorni, è più un sintomo di rabbia e paura che sintomo di covid. Già, il covid. Eccolo, il nostro penultimo avversario prima che il sogno si avveri. Purtroppo questo gioca bene ed è subdolo, scorretto, infame, bastardo. Per fermarci ha capito bene che doveva toccarvi dentro uno ad uno, perché fermare solo qualcuno di noi non sarebbe bastato. Per fermare uno squadrone unico al mondo, devi attaccare ogni suo singolo componente, altrimenti perdi. Ma tranquillo covid, perderai anche tu come hanno perso tutti quest’anno.
Ragazzi, vi scrivo con un po’ di tremore che accompagna le dita sulla tastiera e la voglia di urlare per sbrogliare il nodo in gola. Vi scrivo il discorso che solitamente è da spogliatoio e invece oggi voglio che sia per tutti. Catanzaro e il futsal devono sapere e devono conoscervi.
Ragazzi, ve l’ho detto e ve lo scrivo: gli avversari erano più forti di noi. Più organizzati, più ricchi, più strutturati, più tutto. Dietro di loro c’erano presidenti navigati e dirigenti col portafoglio, noi abbiamo un presidente – amico che è più giovane di voi e che abbiamo dovuto aiutare nei suoi momenti duri. Ma lui ha fatto il Catanzaro, ci ha messo insieme, ci ha dato la maglia e allora abbiamo deciso di farlo. Grazie pres, grazie noi. E i dirigenti? Lontani, anziani, ma innamorati. Gli abbracci a Tonino e gli sfottò reciproci ci hanno reso famiglia , siete riusciti a cambiare anche Nik e Piero che ormai delle regole non sa che farsene. Niente portafoglio per loro, solo salvadanaio che gli abbiamo spaccato in fronte e loro ci hanno sorriso. Ma quanta passione e quante lacrime abbiamo visto sui loro volti? Commossi e commoventi.

Non abbiamo avuto palazzetto, campo, struttura, palestra e soldi. Non abbiamo avuto tante cose e qualcuna di queste è giusto che resti per noi. Ma cari ragazzi miei, avete avuto qualcosa che gli altri non avranno mai. Avete avuto fame, voglia, passione, sentimento, amore. Avete voluto sacrificare famiglie, lavoro, fidanzate e genitori per inseguire qualcosa più grande di voi, qualcosa più grande di me.

Ragazzi, piango.

Piango. E sapete che è vero. Perché vi ho promesso che vi avrei tutelato sempre, vi avrei difeso sempre, vi sarei sempre stato vicino. Sempre. Fino alla vittoria. Sempre. Fino alla morte sul campo. E invece non è vero. Oggi non posso starvi vicino. Sapervi in seconde case, in albergo, in Sila o al mare, lontano dai familiari o troppo vicini a nonne fragili senza poter far niente per chi per me ha fatto tutto, mi fa male. Perdonerete il mister, ma è la prassi. Io che senza abbracciarvi non posso iniziare nemmeno il riscaldamento e mi devo sentir dire da Mattia “ja abbracciaci nu pocu sinnò non cuminci”.
Ragazzi, niente e nessuno ci ha mai diviso. Non ci siamo arresi mai, nemmeno quando a 15 secondi dalla fine stavamo per perdere lo scontro diretto contro la Futura. Quindici secondi. Quindici. Ci sono bastati per andare a riprenderli, portarci un punto con dietro il loro palazzetto per continuare a sognare. Non ci siamo fermati davanti a crisi e situazioni devastanti, quelle capaci di distruggere squadre professionistiche e famiglie con tradizioni decennali. Noi, davanti al nostro sogno, non ci siamo disintegrati nemmeno quando i palloni sgonfi e gli allenamenti in 6 somigliavano alla normalità.

Vi siete allenati a casa in video su zoom, sull’asfalto, sulla terra, al coperto e sul sintetico. Abbiamo utilizzato il palazzetto senza docce e a volte lo abbiamo trovato con la serranda abbassata. Avete chiuso gli occhi, immaginato la serie A2 e siete andati avanti. Abbiamo litigato con mogli, fidanzate e amanti : “non potrebbero capire perché lo stiamo facendo, ma noi lo facciamo”. Avete diviso i giochi come buoni fratelli e come loro avete litigato per qualunque cosa, ma alla fine è scoppiato un abbraccio.
E allora, cari ragazzi, dopo aver detto e scritto a voi, scrivo al mondo del futsal e alla città di Catanzaro. Forse questo mi toccherà qualche critica (l’ennesima) , una multa del caro pres o la ramanzina del nostro Ds. Ma ho sentito di farlo. Oggi , nel momento più duro della nostra stagione, devo farlo.

Questi sarebbero stati i giorni della preparazione alla festa, quella ultima pagina di una favola scritta con sudore e sangue. Con sudore e sangue. E invece il covid ce l’ha strappata. Ci ritroviamo con un foglio sgualcito in mano e una penna che ha poco inchiostro, non sappiamo il finale. Siamo costretti, nonostante febbre e mal di gola, ad essere freddi ed urlare: “dobbiamo vincere”. Ragazzi miei, non vi posso abbracciare ma ci sono. Ragazzi miei, con la poca forza rimasta scriveremo l’ultima pagina. Due righe, due soltanto. Ma le scriveremo. Quando nessuno ci credeva, lo avete fatto. E allora anche oggi abbiate il coraggio di chiudere gli occhi e immaginare una festa tutti insieme. Immaginate che sarete più forti dell’isolamento, dei dolori, della paura.

PAURA, MALEDETTA PAURA

Si , la paura. Lo so ragazzi miei, avete paura. E purtroppo è diversa da quella di un pre gara, molto diversa. Ma il mister c’è anche qui. Quando la paura vi dirà che potrebbe andar male, chiudete gli occhi e pensate a noi con le bandiere giallorosse sul traghetto di ritorno da Caltanissetta. Perché sarà così, ragazzi. Torneremo da quel viaggio tutti insieme dopo aver battuto covid e tutte le squadre più organizzate di noi. Torneremo e direte ad amici, parenti, figli e nipoti che verranno che, per amore di uno sport e di una città, siete stati capaci di andare oltre i vostri limiti e colmare mancanze che i sentimenti e i valori riescono a sopportare e farne una risorsa.
Il Catanzaro Futsal, non so come e quando, ci riuscirà anche stavolta. Forse è destino che la vittoria debba arrivare dopo un miliardo di problemi e ogni volta, quando sembra la volta buona, deve presentarsi un ostacolo. Stavolta siamo stati travolti da uno tsunami, ma sarete capaci di farvi trasportare dal vento e dal mare verso quella vittoria.

ALLA CITTA’

Catanzaro sappia che c’è un gruppo di giovani che la ama. Che lotta per lei, che la ritiene la città più bella del mondo. Catanzaro sappia che l’entusiasmo gira in città e va più veloce del virus, basta fare in modo che sia contagioso. Catanzaro sappia che ci sono tanti ragazzi da amare ancora, basta raccontare le loro storie. Catanzaro sappia che i suoi ragazzi del futsal oggi hanno tanta paura. Ma il mister garantisce per loro: state sereni, diranno alla paura che hanno un’ultima pagina da scrivere. Tutti insieme. Catanzaro sappia che non è importante come va a finire, ma c’è una Catanzaro che sognA.