Mario Albino: “Real Arangea competitivo nella lotta per la salvezza”

Intervista a 360° al navigato dirigente reggino

15 anni di passione e impegno, dirigente a tutto tondo che ha maturato la sua esperienza non solo sulle panchine di juniores e prima squadra ma anche nella comunicazione, nell’organizzazione logistica, nella direzione sportiva, insomma Mario Albino è un dirigente che tutti vorrebbero avere.

Mario, sei il “veterano” dei dirigenti del Real Arangea, tra Ludos e Real parliamo di quasi 15 anni di esperienza, hai ancora la stessa voglia di metterti in gioco per progetti sportivi?
Non ricordavo più fosse passato così tanto tempo, segno che in questi 15 anni mi sono divertito molto. Non nascondo che ho avuto tanti momenti di sconforto ma mi sono sempre rialzato con la voglia di continuare a fare qualcosa di buono per il nostro quartiere. D’altronde, arrivare ad avere qualcosa di particolarmente gratificante comporta tanti sacrifici. Con la Ludos Vecchia Miniera mi sono dedicato anima e corpo. Abbiamo fatto tanto in quegli anni, prendendoci grandi soddisfazioni sul piano sportivo e sociale, ci siamo fatti apprezzare in ogni ambiente perché avevamo costruito una sorta di Polisportiva che abbracciava tanti campi, dal calcio al futsal, dal volley al basket, passando pure per una scuola calcio per i più piccoli. Poi purtroppo le nostre strade si sono divise. Antipatiche vicissitudini ed incomprensioni hanno fatto si che io girassi pagina, ma non nascondo che ho sempre vivi in me i ricordi di quegli anni bellissimi. Sono il custode degli archivi di quel periodo e da forte nostalgico quale sono, ogni tanto sfoglio qualche pagina o rivedo qualche video e mi emoziono ancora. Ho la stessa voglia di allora di rimettermi in gioco? Beh si, altrimenti non sarei qui ad essere intervistato (ride). Ogni volta che ci arrendiamo, blocchiamo i nostri sogni e mettiamo da parte i nostri obiettivi migliori. Dopo la chiusura con la Ludos, avevo deciso di mettere un punto, avevo il forte desiderio di fermarmi perche’ inizialmente ho anche declinato un paio di chiamate a dare una mano sia nel calcio a 11 che nel calcio a cinque. Poi è arrivato il Real Arangea. Il Presidente D’ambrosio ed alcuni dei soci fondatori, mi hanno prospettato un progetto ambizioso a medio/lungo termine, affidandomi il ruolo di Direttore Generale. Non sono riuscito a dire di no. Dopo tre anni, una promozione sul campo ed un salto di categoria in C1, per motivi personali e di lavoro che mi portano spesso lontano da Reggio, ho lasciato il prestigioso incarico ma ho voluto rimanere sempre fedele ai colori giallo neri, con i quali spero di raggiungere altri e più importanti traguardi.

Anche per te la C1 è una nuova esperienza, cosa ne pensi della squadra che quest’anno sta disputando questa categoria?
Quando è stata prospettata la possibilità di iscrivere la squadra in C1, non nego che ero molto scettico. Lo stop per il Covid aveva smorzato gli entusiasmi in tutti, sia in noi dirigenti che, soprattutto, nei ragazzi che si sono adagiati ad una vita piatta dettata dalle tante restrizioni. Ripartire con queste premesse, in una categoria superiore e con un roster da rinnovare, non era per niente facile. Debbo dire, però, che il lavoro dei Direttori Sportivi e del nuovo DG Iannò, oggi, hanno portato ad avere una squadra competitiva per l’obiettivo prefissato dalla Società di mantenere la categoria. Il connubio tra giocatori di esperienza quali Calafiore, Minniti, Castello, e nuove leve come Barreca, Cantarella, Fossari può dare buoni frutti.

Hai conosciuto bene l’ambiente del Futsal regionale, secondo te è una disciplina che ha un futuro?
Negli ultimi anni il Futsal ha fatto passi da gigante nel panorama sportivo regionale. Purtroppo la pausa forzata dovuta al Covid ha inciso negativamente anche e soprattutto nella crescita di questo sport “minore”. Come ben sapete le piccole società sportive oggi riescono a sopravvivere grazie all’autofinanziamento dei dirigenti ma soprattutto grazie al sostentamento delle imprese locali. Tante di queste imprese la pandemia le ha costrette a chiudere o a ridimensionare di netto gli affari. Di conseguenza anche il supporto economico che le società sportive ricevevano da questi, o non c’è più o si è ridimensionato. Quest’anno le società stanno ricevendo qualche paracadute concesso con i vari decreti dei governi centrale e regionale, ma se la Lega Nazionale Dilettanti non fa qualcosa di concreto a medio/lungo termine si rischia che questa “emorragia” diventi insanabile. A questo bisogna aggiungere altri aspetti, per i quali ci vorrebbe un seminario apposito, su due macro problematiche: la mancanza di strutture sportive adeguate e l’allontanamento dei giovani per questo sport. Se non si interviene efficacemente per tempo e non con le solite vane promesse, purtroppo rischiamo di non vedere futuro per questa bellissima disciplina nei prossimi anni.

Reggio Calabria è una città che merita e può ambire a qualcosa in più nel calcio a 5 sul panorama nazionale?
Questa domanda si allaccia alla precedente. Quello che soffre questo sport a livello Regionale è moltiplicato a livello locale. Puoi ambire ed esser competitivo in qualunque sport se hai, oltre a buoni tecnici abilitati anche strutture adeguate. Purtroppo queste ultime a Reggio latitano o sono fatiscenti, tutto sotto gli occhi impotenti o incapaci delle amministrazioni locali. Reggio Calabria ha avuto sempre negli anni squadre che hanno orbitato nel panorama nazionale, vedi la Cadi o la Fata Morgana. Negli ultimi anni abbiamo potuto vantare la presenza del Cataforio in A2 ma purtroppo anche quest’ultima ha dovuto ridimensionare il proprio progetto, riscrivendosi in C1 e puntando sui propri giovani. A mio parere Reggio Calabria può puntare in alto nel panorama nazionale ma dovremmo mettere da parte quella cultura campanilistica di quartiere ed unire le forze per un obiettivo comune e più ambizioso.

Sei anche tu un figlio del quartiere che da il nome alla tua squadra, questa condizione vale il sacrificio d’impegnarsi per far crescere la comunità attraverso i principi dello sport?
Leggere il nome del proprio quartiere nei siti regionali di sport, sui quotidiani locali, sui social, fa sempre immenso piacere ma ripaga solo in parte i sacrifici che ognuno di noi mette in atto. La crescita di un quartiere passa anche attraverso lo sport, purtroppo su questo aspetto Arangea ha il cronico handicap di non avere, non solo una piazza per incontrarsi e socializzare, ma nemmeno un impianto sportivo proprio, dove i suoi “figli” possano praticare sport senza andare in giro per la città ad “elemosinare” ore di profumato affitto nei pochi e disgraziati impianti sportivi presenti. Se a questo poi ci aggiungi la poca partecipazione dei tifosi locali alle manifestazioni sportive, a volte ti viene la voglia di mandare all’aria tutto e di dire ma chi me lo fa fare? Ecco se me lo permetti un appello lo vorrei fare: SEGUITECI e CI RIPAGHERETE DEI SACRIFICI CHE FACCIAMO. (Ufficio Stampa Real Arangea)