Olimpus, Praianò: “Il nostro segreto? Nei play-off ci trasformiamo, prepariamo le gare come finali”

Calabria Futsal celebra la promozione in C1 dell’Olimpus tramite la vittoria dei play-off (per la terza volta nella sua storia), ripercorrendo la stagione del team giallonero attraverso le parole del dirigente Michele Praianò, che ci ha gentilmente concesso un’intervista.

L’Olimpus è tornata subito in serie C1. Non accade spesso che una squadra retrocessa riesca subito a risalire la china, quindi partiamo proprio da qui: cosa è successo in società dopo la retrocessione dalla C1 nel 2023/2024?
“Giusto per precisare” … Due anni fa siamo arrivati con inesperienza in “C1” (massimo campionato regionale), con innesti alla prima esperienza nel calcio a 5, non arrivando ultimi in classifica, ma retrocedendo soltanto dopo una sconfitta in Finale playout, combattendo fino ai supplementari contro le Pantere Nere. Come hai detto tu, è difficile risalire di categoria dopo una retrocessione (vedi Siderno e Rende), ma riecco…C1 qui. Dopo una stagione complicata come quella del 2023/2024, la prima cosa che abbiamo fatto è stata guardarci negli occhi e ripartire dall’identità. Non abbiamo cercato alibi, ma soluzioni. Abbiamo costruito un progetto tecnico solido, valorizzando la voglia di riscatto di un gruppo che ha saputo rigenerarsi. La retrocessione non ci ha abbattuti: è stata un’opportunità per ricompattarci e riscrivere la nostra storia, da subito. Diciamo che abbiamo preso solo la rincorsa per consolidarci meglio in una categoria competitiva ma sicuramente alla nostra portata.

Avete disputato senza dubbio un grande campionato, che per larghi tratti avete comandato, ma che oggettivamente avete perso negli scontri diretti, e in particolare facendo 0 punti nel trittico Siderno-Filadelfia-Zefhir. Cosa è successo in quei “maledetti” 15 giorni di febbraio e come ne siete usciti fuori?
Quella fase è stata il nostro “inverno sportivo”. Tre sconfitte pesanti, difficili da digerire. Ma sono stati anche 20 giorni in cui abbiamo capito quanto ci tenessimo davvero. Il campionato non lo abbiamo perso per gli scontri diretti, visto che all’andata abbiamo fatto rullino pieno. Abbiamo forse un po’ zoppicato in trasferta, dove c’è mancato il guizzo vincente e mortifero. Poi, le vacanze di Natale non ci hanno fatto per niente bene: in un mese di stop ci siamo allenati pochissime volte, visto che il palazzetto è diventato luogo per piangere la tragedia delle due ragazze scomparse subito prima di Natale. Non è stato per niente scontato, risvegliare l’entusiasmo e togliere angoscia dopo quel momento. Non è stato inoltre facile, ma abbiamo scelto di restare uniti, lavorare più duramente e rispondere con i fatti. Da lì in poi abbiamo ritrovato la nostra identità, quella che ci ha portato fino in fondo ai playoff. È stata una crisi formativa che alla fine ci ha resi più forti.

Un voto alla stagione di mister Di Cello?
10 per la stima e il rapporto che si è creato con me in prima persona. Otto e mezzo con bacio accademico per la stagione. Oltre a gestire un gruppo dove la maggior parte dei giocatori è più grande di lui, Ha saputo ricostruire un gruppo dalle macerie emotive, riportandolo alla vittoria. Ha lavorato con competenza, passione e una mentalità vincente. Ma soprattutto ha saputo tenere la barra dritta nei momenti più difficile. Il finale di stagione gli restituisce il valore che merita.

Tre play-off vinti su altrettanti disputati: qual è il segreto? Ditecelo, risolvereste i problemi di tante squadre, anche di altri sport per le quali gli spareggi promozione sono un tabù!
Il segreto è la fame. Nei playoff non vince chi ha più talento, ma chi ha più fame. L’Olimpus si trasforma nelle partite decisive: diventa gruppo, sacrificio, cuore. Prepariamo mentalmente questi appuntamenti come finali vere, senza lasciare nulla al caso. I play off li viviamo come una missione, e quindi vanno preparati dentro, e quando entri in campo con quella mentalità, è difficile batterti. Sicuramente anche il sostegno dei tifosi e la grande partecipazione agli appuntamenti più importanti hanno giocato un ruolo cruciale.

Al di là della “crisi” di febbraio, unica macchia della vostra stagione sono stati quei 5 secondi finali, poi diventati mezz’ora, della finale play-off contro l’Aurora Gallico. Avete una dichiarazione da fare al riguardo?
Abbiamo pieno rispetto per l’Aurora Gallico, e comprendiamo la tensione di una finale. Ma quello che è successo in quei minuti finali non può diventare la narrazione della partita. Abbiamo vinto sul campo, con merito, al termine di una gara equilibrata, emozionante e combattuta. Le polemiche lasciano il tempo che trovano: noi andiamo avanti a testa alta, con la coscienza pulita e l’entusiasmo di chi ha lottato e VINTO con dignità!

Il futuro dell’Olimpus?
Il futuro sarà sicuramente all’insegna dei giovani. La scelta di affidare a Di Cello la panchina in questa stagione conclusa è solo la prima di una serie di scelte che faremo per indirizzare il progetto sulla linea verde. Si prospetta un indirizzo inclusivo sulla base dirigenziale per allargare il progetto a figure adeguate alle ardue sfide della categoria. Il dettame del presidente Conidi è sempre stato chiaro sin dagli albori: “l’Olimpus deve rispondere solo al territorio”. Per fare un paragone in grande, vogliamo ispirarci all’Athletic Bilbao, che come risaputo, preferisce puntare ed esaltare solo baschi. Noi, nel nostro piccolo, punteremo sempre e fortemente sui talenti del posto e del comprensorio.