CSI cosentino, intervista al presidente provinciale Porro

Intervista al presidente provinciale del CSI Giorgio Porro

Per uno sport dal volto umano

logo csiIn tutta la provincia prende il via la stagione 2015/2016 del Csi. Nei comuni del territorio cosentino, circa 150 tra società sportive, oratori, palestre e piscine, sono alle prese con l’inizio delle attività e dei campionati. Oltre quattromila persone stanno per “staccare” la tessera arancioblù.

A Giorgio Porro, alla guida dell’Associazione da poco più di tre anni, abbiamo chiesto di raccontare sogni, speranze, priorità, sfide del Csi, all’inizio di un’annata che si presenta particolare perché segnata da importanti alleanze educative.

Presidente, si ricomincia. A chi va e qual è il suo primo pensiero?
“Il mio primo pensiero va a quanti operano nelle nostre società sportive, nei nostri oratori. In queste realtà, ci sono persone straordinarie che donano una parte importante della loro vita per il bene dei ragazzi, persone che affrontano mille fatiche e mille sacrifici, che hanno nel cuore una grande passione educativa. Tutta la società civile deve essere orgogliosa del servizio fondamentale che svolgono a favore dei ragazzi, della Chiesa, della società, del territorio. E naturalmente, la mia attenzione va a tutti i ragazzi e ai giovani atleti, sono loro i protagonisti, di questa meravigliosa sfida educativa. ”

Il Csi cosentino ha siglato importanti convenzioni con società di futsal che militano nella massima serie?
“Siamo orgogliosi di aver sottoscritto delle vere e proprie alleanze educative e sportive, così ci piace definirle, con le Asd S. Vincenzo Cosenza Futsal e Asd Corigliano Futsal. Alleanze speciali per il bene dello sport e dei ragazzi della nostra provincia. Gli accordi sono una vera e propria sinergia tra noi e le due realtà della serie A: la partecipazione ai rispettivi eventi sportivi e culturali. I giovani tesserati CSI saranno protagonisti di incontri e altro con i calciatori del Cosenza e del Corigliano.

Grande interesse per il progetto denominato “CSI Junior Futsal Cup”, unico in Italia, grazie all’autorizzazione della Federazione, vedrà i più piccoli (8-14 anni) protagonisti nelle gare delle rispettive realtà e palazzetti, prima delle partite interne di campionato. Inoltre sempre per i bambini sarà proposto a tutte le realtà (scuole calcio, oratori, parrocchie…) affiliate al CSI il progetto denominato “SCUOLA FUTSAL CSI” con possibilità di affiliarsi ad una delle 2 società di serie A. Sonoin programma le “Futsal Day” giornate di festa dello sport per promuovere questa disciplina, nelle scuole e nelle parrocchie. E ancora, ci saranno dei veri e propri clinic per aggiornamenti e formazione degli allenatori e istruttori CSI, alla presenza dei tecnici qualificati delle rispettive compagini. I presidenti, dirigenti, allenatori e calciatori del Cosenza e del Corigliano, saranno coinvolti in incontri sportivi, culturali, formativi e di solidarietà e di volontariato.”

Una piccola anticipazione delle novità della stagione 2015/16?
Oltre alle conferme, ci attendono grandi novità, ecco alcune anticipazioni… Per una stagione sportiva di serie A: alleanze educative e sportive con il Cosenza calcio; con federazioni sportive: FiTri; FIDAL; FIDS; FIT, FIGS; FIO; FIN; FISI; … Partiranno nuove discipline sportive: tennis, minivolley, minibasket, nuoto, ciclismo, sport invernali, danza sportiva, orienteering… Nuovi corsi di formazione: giudici di gara, corso base di fotografi, oltre ai corsi dirigenti, allenatori, arbitri… Un nuovo Team dedicato agli Oratori e alle parrocchie (animazione, teatro e musica…). Un’attenzione particolare alla salute con il progetto “Lo sport che ha cuore la vita”: corsi di formazione primo soccorso e BLSD. Nuovi media partner: CosenzaChannel… Solidarietà: Opere di Misericordia nell’anno del Giubileo della Misericordia. Tanti eventi culturali e sportivi…

 

Se dovesse allargare ulteriormente il “gioco”, quali sarebbero le strategie fondamentali?
“Sui nostri territori serve un CSI realmente al servizio delle Chiese locali, maggiormente inserito, nella vita e nelle pastorali delle Diocesi. Serve un Csi che sappia essere “centro” dello sport calabrese, vivendo quotidianamente con autorevolezza ed in piena sintonia i rapporti con il Coni e con le Federazioni contagiando tutti con la nostra passione educativa. Serve un Csi capace di essere soggetto protagonista nel mondo del welfare e della promozione sociale, capace di portare lo sport a tutti e dappertutto, presente in ogni periferia esistenziale o fisica. Serve infine tenere alti i giri del motore culturale. Da sempre il Csi produce pensiero, anticipa i tempi, elabora cultura sportiva. Serve una nuova cultura sportiva e civile”.

Alcune sfide che le piacerebbe vincere?
“Diminuire il tasso di sedentarietà, e di vita virtuale, tra i giovani. Aprire gli occhi alla politica e alle istituzioni sull’importanza dello sport come strumento per tutte le politiche che hanno a che fare con il bene delle persone e della comunità. Riprendere e migliorare la legge regionale sullo sport per poterla finanziare e renderla al servizio dei tanti sportivi calabresi. Rivedere la legge regionale sugli oratori. Ripensare il binomio volontariato e professionalità convincendoci che oggi la più grande azione di sostegno al volontariato è quella di investire nelle professionalità. Recuperare il ritardo storico che il Sud ha sull’impiantistica sportiva. Convincere le grandi aziende ad investire in termini di responsabilità sociale nello sport di base.”

Presidente, possiamo definire lo sport un bene educativo?
“Purtroppo, la funzione educativa dello sport non è scontata e non è sempre vera. Uno sport che non abbia a cuore la formazione dei giovani, è uno sport che perde gran parte del suo significato primario e del suo valore sociale. Lo sport, riproduce su un piano simbolico la realtà della vita, che è fatica, è lotta, è sofferenza, disperazione, rabbia, gioia, soddisfazione e felicità. Lo sport non è solo organizzazione, competizione, vittoria o sconfitta… Accanto a questi aspetti, importanti e necessari, ci deve essere l’intenzionalità educativa. Anzi essa è il cuore, è l’anima dell’attività sportiva e va messa al primo posto, ponendo tutti gli altri elementi al suo servizio.
Serve però che l’intenzionalità educativa abbia un ancoraggio culturale, antropoligico: quale uomo, quale società vogliamo formare per impedirne la degenerazione mercantile, diseducativa e fine a se stessa? Questa idea-chiave costituisce il filo conduttore del concetto educativo dello sport. Infatti, esso deve essere vissuto come un itinerario, un percorso, un cammino… fatto di attività fisica, di allenamento, di gare, di ricerca interiore, di sacrifici, di miglioramento di se stessi.
E’ infatti l’intenzionalità educativa che suscita e disegna l’orizzonte entro cui spendere i valori della vita e per noi della fede
”.

Quale esempio può raccontare, per dirci che lo sport davvero educa alla vita?
“La testimonianza di Luigi, un giovane cosentino, diversamente abile, che dopo aver partecipato ai corsi di formazione CSI Cosenza, per educatore sportivo, precisamente allenatore/istruttore di calcio, ha scritto un libro, una guida-manuale del gioco del calcio per i bambini.”

Un ultimo messaggio a tutti tesserati del Csi provinciale?
“Semplicemente: buona stagione arancio-blù, ricordando che per noi vincere ed arrivare primi, vogliono dire semplicemente, educare alla vita!”.