L’intervista

Ritorna l’appuntamento con la nostra rubrica “L’intervista”. Oggi con noi Emmanuele Zurlo, reduce dalla splendida esperienza con la Nazionale Italiana di Beach Soccer. E’ un attaccante del Catania. E’ stato per due volte consecutive capocannoniere e nel 2018 è stato miglior giocatore della Serie A. In questo momento di sosta dal beach soccer, ha deciso di tornare a casa indossando i colori dell’Enotria. Conosciamolo meglio.
Benvenuto e grazie per averci dedicato parte del tempo.

Inizio con il chiederti da quanti anni giochi. A livello professionale, s’intende.
Per quanto riguarda il beach, gioco ormai da dieci anni, sei a livello professionistico. Sei anni anche di calcio a 5. Diciamo che il futsal è un’alternativa quando non gioco a beach soccer.

Una curiosità: come sei finito a giocare a beach soccer?
Ho iniziato giocando a calcio a 11. Ma a un certo punto ho capito che non era quella la mia strada e sono passato così al calcio a 5, forse lo sport che più mi piaceva. Questo passaggio lo devo al presidente dell’ex Panarea Sant’Elia Catanzaro, Francesco Procopio. Parliamo quindi di diversi anni fa. E’ stato lui a trascinarmi nel mondo del futsal. Un mio gol in rovesciata contro il Cosenza – lo ricordo ancora – fece scattare in lui qualcosa e così mi propose di provare anche il beach. Ecco, posso dire con fermezza che è stato amore a prima vista. Da lì non l’ho più lasciato.

Nella tua carriera hai avuto anche esperienze con squadre estere. Se dovesse ricapitare l’occasione, accetteresti?
Sì, nel beach soccer ho avuto esperienze all’estero. Con il Barcellona, disputando un torneo a Logos, in Nigeria, un’esperienza bellissima. E poi l’anno scorso. Contattato da una squadra russa decisi di accettare. Esperienze belle e importanti. E non nascondo che se dovesse ripresentarsi un’altra occasione, con i dovuti presupposti, accetterei volentieri.

E arriviamo alla Nazionale Italiana di beach soccer. Cosa si prova ad indossare quella maglia?
Questa è una domanda a cui rispondo volentieri. Credo che indossare la maglia della Nazionale sia il sogno di ogni giocatore. Io ho questa fortuna e ogni volta è un’emozione grandissima. Poi, cantare l’Inno a squarciagola e rappresentare la propria Nazione non può che essere motivo di orgoglio. Spero di poterlo fare ancora per molto.

Cos’hai provato quando è arrivata la convocazione?
Beh, la convocazione è stata una bella sorpresa. Quando ho iniziato a giocare a beach soccer mai l’avrei pensato. Sicuramente è stato premiato l’impegno che ci ho sempre messo. La prima è arrivata nel 2013, dopo essere stato visionato dall’ex CT Massimiliano Esposito. Non è semplice stare in Nazionale. E’ un posto che ti devi guadagnare giorno per giorno ma la mia determinazione mi ha portato dove sono. Perché non mollo mai.

Nell’ultimo mondiale sei stato protagonista assoluto con il rigore decisivo che vi ha portati in finale. C’è amarezza per aver sfiorato la vittoria o rimane comunque un bel traguardo?
Sì, posso affermare con orgoglio di essere stato tra i protagonisti assoluti e questo per un giocatore è sempre importante. E’ stato un percorso bellissimo. Dai quarti fino alla partita con la Svizzera. E quella per me è la partita che ha scritto la storia, soprattutto a livello personale, sia per la tripletta che per il rigore decisivo che ci ha portati appunto in finale. Rivivere quei momenti è sempre emozionante, da pelle d’oca. Da rivivere. Momenti indimenticabili. La finale persa lascerà l’amaro in bocca ancora per molto anche perché ci credevamo tanto e ci abbiamo creduto fino alla fine. Forse i nostri avversari hanno messo più cattiveria.

Sei anni con il Catania ricchi di gol, trofei e gioie. Cosa ti ha spinto a tornare nella tua città sposando così il progetto dell’Enotria?

Zurlo con Frank Tedesco dell’Enotria e mister Pippo Torneo


Sì, sono ormai sei anni. E non posso che ringraziare la società che mi ha fatto crescere in questo sport. Stagioni ricche di soddisfazioni e trofei vinti. E spero di poterne vivere ancora molte con loro. Vedremo come andrà. Ho deciso di sposare il progetto Enotria innanzitutto perché sono delle persone splendide. E’ una società che merita, una società fatta di amici ed è un piacere poter dare una mano per raggiungere gli obiettivi. E poi è anche un’occasione per tenermi in allenamento prima di riprendere con il beach soccer.

Sei qui da poco ma hai già messo a segno qualche gol. Come valuti, fin qui, il percorso della squadra?
Fin qui, un bilancio positivo. Su tre partite, due vittorie e una sconfitta che magari neanche meritavamo. Sono soddisfatto del lavoro che sto facendo e questo è merito soprattutto dei miei compagni che mi stanno aiutando. Il singolo funziona soprattutto quando ha il supporto del gruppo. Ce la metteremo tutta per ottenere la salvezza. L’Enotria lo merita.

Tu che hai anche vinto il pallone d’oro del futsal calabrese, pensi che nel futuro possa esserci ancora spazio per qualche altra esperienza nel C5 o è il beach soccer la tua priorità?
Nel 2017 mi sono aggiudicato il pallone d’oro, questo vuol dire che qualcosa di buono, anche nel futsal, l’ho fatto. Ma la mia priorità è il beach soccer, e chi mi conosce lo sa. Anche perché è ormai un lavoro. Certo è che fino a quando ne avrò la possibilità, continuerò a fare entrambi. Il calcio a 5 sarà sempre un allenamento durante la sosta dal beach soccer.

Zurlo Pallone d’Oro 2017