Deodato: “Il futsal? E’ stato amore… al primo allenamento”

“L’intervista” di questa settimana con la “bandiera” dell’Ecosistem Lamezia Soccer, già a quota 11 reti in stagione

Andrea Deodato, tu giochi ormai da diversi anni nel Lamezia: sei soddisfatto di quanto fatto fino ad ora? Cambieresti qualcosa delle tue stagioni passate?

Si, sono ormai qui alla Lamezia Soccer da cinque anni e mi ritengo davvero soddisfatto del percorso fatto, soprattutto perchè, essendo la squadra della mia città, sono onorato di difendere questi colori. Ho peraltro avuto la fortuna di poter giocare nella squadra che sta scrivendo, in un certo senso, la storia di questa maglia, vista la prima partecipazione in C1 e la successiva promozione nel campionato nazionale. Se dovessi cambiare qualcosa forse opterei proprio per la storica finale con il Crotone, giocata a Vibo per mancata disponibilità del nostro palazzetto. Quella è stata una soddisfazione grandissima però non siamo riusciti a giocarla nella nostra città, e questo dispiace.

Ad oggi il Lamezia è a metà classifica e può sicuramente ambire a qualcosa di importante: quali sono le priorità del gruppo oggi? Vi aspettavate questo tipo di campionato?

Si, siamo consapevoli in realtà di aver fatto di meno rispetto a quello che potevamo fare, abbiamo perso tanti punti per strada con squadre che non ci precedono in classifica. Proprio per questo sappiamo che la nostra priorità ora è lavorare per migliorare le nostre prestazioni. E si, ci aspettavamo un campionato come questo, equilibrato, con squadre capaci di stare ai vertici e squadre con qualche difficoltà in più. Per adesso penso che la classifica, tolte magari un paio di formazioni, rispecchi il valore attuale del campionato.

Credi che questa situazione di emergenza sanitaria abbia influito in qualche modo sul campionato? L’Ecosistem, in questo senso, può avere qualche rimpianto?

La situazione del paese ha sicuramente influito perché spesso sono state annullate partite ben preparate o, al contrario, sono state programmate partite che davano poco spazio per la preparazione. Però mi sento di fare un plauso alla società perché ci ha fatto sentire tranquilli quanto più possibile, con controlli periodici stabiliti ancor prima di quanto non abbia fatto il protocollo attuale. Perciò, a parte qualche partita preparata e non giocata, non ci sono rimpianti, anche perchè la situazione è uguale per tutti.

Ai vertici della classifica il Catanzaro, seguito dalla Polisportiva Futura e dall’Ispica: per quanto visto finora, ti trovi d’accordo con questi risultati? Quale formazione ha un passo in più, secondo te, in vista dell’ultima parte di campionato?

Come dicevo prima, al vertice ci sono squadre già favorite dall’inizio, e a queste mi sento di aggiungere il Palermo, che sta disputando un’ottima stagione. Per ciò che riguarda il futuro credo che il Catanzaro sarà la squadra da battere, strutturata bene e anche in fiducia, visti i risultati. Futura ed Ispica hanno poi dei roster che dimostrano il loro valore.

Ci racconti un po’ di te: com’è nata questa passione per il Futsal e quanto ti senti cambiato rispetto agli inizi?

A dire il vero, mi sono trovato quasi per caso a muovere i primi passi in questo sport, più per amicizia che per reale interesse. Ma già dal primo allenamento è scoppiata questa passione per il futsal. In questo senso devo tantissimo al mio primo allenatore, Toni Rotundo, che è stato fondamentale: è lui che mi ha iniziato a questo sport. E senza ombra di dubbio devo ringraziare Bebo Carrozza, perchè è con lui che sono passato all’indoor ed è con lui che sono diventato il giocatore che sono adesso, anche se ovviamente ho ancora tanto da imparare. Nonostante ciò, più passa il tempo e più mi sento innamorato di questo sport.

Un’ultima domanda: sei un giocatore che segna molto. Quanto conta avere questo grande istinto per il goal?

Beh, devo dire che più che altro ho la fortuna di giocare con una squadra che mi permette di avere tante occasioni, poi ogni giocatore ha delle caratteristiche, e devo dire che per me avere l’istinto del goal è essenziale. Mi reputo un giocatore normale, non sono magari molto scattante e non ho un gran dribbling, però so di essere un giocatore che ci mette sempre il cuore. Poi credo di essere stato fortunato e anche un pizzico bravo, mi permetta di dirlo, nell’impegnarmi per capire quanto più possibile i meccanismi di questo sport.

Foto copertina: Erika Giampà – LameziaTerme.it