Lo Sporting Locri con orgoglio e dignità. Istituzioni cercansi

Sporting locri ultimadi Giuseppe Praticò – No, non siamo su scherzi a parte. La mannaia colpisce ancora una volta lo Sporting Locri, la maggiore società calabrese di calcio a 5 femminile che milita in serie A d’Elite. Sono passati solo due anni da quando l’imprenditore Vittorio Zadotti decise di rilevare la compagine amaranto al centro della ribalta mediatica internazionale a causa di presunte intimidazioni della ‘ndrangheta che ne ostacolavano l’attività.

Senza un palazzetto dove disputare le gare interne e per dare continuità a questa importante realtà sportiva e sociale, il presidente Zadotti decise di spostare la squadra a S.Andrea dello Ionio a 70 km da Locri. Nella tarda serata di ieri un fulmine a ciel sereno colpisce lo Sporting: con una telefonata il Sindaco di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio Nicola Ramogida informa il presidente Zadotti che il palazzetto che oggi ospita la formazione reggina, chiuderà per la mancanza dal 2012 di alcuni certificati dell’immobile. Si, avete letto bene, solo cinque anni dopo ci si accorge di questa clamorosa falla che non permetterà alla prima squadra, ma soprattutto a diversi giovani di continuare a frequentare la scuola di futsal.

Qualche giorno fa il presidente Zadotti scrisse anche al Sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà chiedendo di poter gestire il palazzetto di Locri ormai chiuso da maggio 2016. Attraverso una nota stampa, il patron amaranto comunica di aver dato mandato ai legali di ritirare, per cause di forza maggiore, la squadra dalla competizione nazionale della Serie A di Futsal femminile e di valutare eventuali azioni per il risarcimento di danni subiti a causa di imprudenza, imperizia o negligenza.

Oggi, come spesso accade, non è un presidente negligente a far chiudere una realtà sportiva gestita da un imprenditore facoltoso travolto dall’entusiasmo e pronto a diversi investimenti pur di far sport in Calabria. Oggi, con le lacrime agli occhi, le guerriere amaranto hanno verosimilmente giocato l’ultima gara della stagione nella massima serie e con la maglia amaranto. La Calabria che non vuole morire non ha fatto i conti con i calabresi che vogliono vivere. Le “nostre” ragazze ancora una volta hanno dimostrato orgoglio e dignità, le nostre istituzioni no, le nostre istituzioni latitano. E chissà se a distanza di due anni i media internazionali e gli organi competenti faranno ancora capolino a Locri.